L’ultimo Re di spade

L’ultimo Re di spade, storia di un tunnel e di un mazzo di carte, il modo più semplice per tornare alla vita dimenticando il presente

L’ultimo Re di spade, un gioco di parole nel quale è contenuto tutto ciò che questo testo vuole esprime, raccontare, attraverso l’ironia della disperazione mal celata, spazzata via improvvisamente da un vortice di energia positiva. Siamo in comunità di recupero per tossicodipendenti, sul finire degli anni 80, nel 1989 per l’esattezza. Le giornate all’interno di queste mura scorrono tra noi e compiti da fare contro voglia, lottando quotidianamente con i demoni del passato. Un tempo trascorso tra droga ed altre disgrazie simili, si perchè in quegli anni i ragazzi improvvisamente cambiavano, perdevano la propria identità consegnandosi ad un destino che nella maggior parte dei casi conduceva alla tomba. La comunità era la speranza…ma era dura, molto dura.

 

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TRAMA

Siamo a Cuneo, è il 1989. I ragazzi ospiti della comunità trascorrono le loro giornate tra rimpianti e gli ordini del direttore, il quale vorrebbe allestire uno spettacolo teatrale, scritto proprio dai ragazzi. Le idee scarseggiano così come le buone intenzioni. Questo non sembra spaventare più di tanto i ragazzi, già segnati dalla vita per vicende ben più gravi. Ad ogni modo il tentativo c’è, anche se non funziona. Un giorno però arriva Renato, uno spavaldo bullo di periferia ma di buon cuore. Renato fin da subito dimostra una personalità eccellente, diventando leader di tutti i gruppi e facendosi portavoce nelle scelte del lavoro teatrale. Oltre ad uno spiccato spirito persuasivo, Renato è molto abile con le carte, capacità che lo porterà a raggiungere la stima da parte di tutti ed un grande scompiglio tra le ragazze della casetta accanto. In ultimo il direttore, il quale impiegherà pochissimo a fidarsi del nuovo arrivato, nonostante il tentativo vano di fargli capire chi comanda.

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